“VERISSIMO”: IL TOCCANTE RACCONTO DI SINISA MIHAJLOVIC, ANCORA IMPEGNATO NELLA LOTTA CONTRO LA MALATTIA, NELLA LUNGA CHIACCHIERATA IERI IN ONDA CON SILVIA TOFFANIN..

"VERISSIMO" - Il racconto di Sinisa Mihajlovic

 

 

Campione sul campo di calcio ma soprattutto, cosa decisamente più importante, nella vita.. un tempo giocatore, oggi allenatore del “Bologna”, la città in cui ha avuto luogo l’intervista.. e padre delle due gemelle, Virginia e Viktorija, viste in gioco nella quattordicesima edizione de “L’Isola dei Famosi” ed avute (come i loro tre fratelli) dalla moglie Arianna.. l’ex campione di origine serba, Sinisa Mihajlovic, a distanza di alcuni mesi dalla lotta dichiarata contro la laucemia (QUI il precedente post) e dal trapianto di midollo osseo in seguito subito, ha voluto raccontarsi e raccontare i propri sforzi e come proseguono le cure in una toccante chiacchierata a tu per tu con Silvia Toffanin, ieri in onda in un lungo segmento a “Verissimo”.

“Non è stata una bella notizia, anche se io pensavo di non potermi mai ammalare. E lo pensava anche la gente da fuori, poi quando meno te lo aspetti succede quello che è successo a me. E sicuramente è stata una bella botta. Il problema sono stati i primi giorni in cui io non mi potevo sfogare con nessuno e non potevo dire nulla a mia moglie, perchè non volevo preoccuparla prima di essere sicuro se era leucemia o no. Ma io dentro di me sentivo che lo era. Finchè non abbiamo fatto gli esami e mi hanno dato questa notizia.. sono stati i due giorni più brutti della mia vita, perchè ti passa tutto per la testa.. i figli, i famigliari, gli amici, la vita. E dovevo buttare fuori tutta l’energia negativa, perciò piangevo come un matto disperato e non riuscivo a dormire. Non vedevo l’ora di entrare e di cominciare le cure. Fortunatamente sono sempre stato in buona salute e me l’hanno scoperta in tempo.. (..) E da lì è partito tutto. A mia moglie non sapevo cosa dire, perchè la squadra doveva andare in ritiro ed io invece dovevo restare a fare gli esami. Tanto è vero che ho chiamato mia moglie per dirle che avevo la febbre. Lei stava al ristorante in Sardegna e quando è tornata a casa, l’ho detto a lei al telefono che poi l’ha detto alle mie figlie ed ai miei figli. Anche per loro, logicamente, non è stato facile.. e hanno subito preso un aereo per tornare (..) I primi 43 giorni sono stati i peggiori”.. ha ripercorso, messo di fronte al difficile e commosso discorso affrontato all’epoca della sua conferenza stampa, il tecnico e combattente rossoblu.. che da quel momento ha iniziato la sua non facile battaglia in ospedale contro la malattia, arrivando a soffrire anche di attacchi di panico.

Con emozione il mister ha avuto così modo di rivedere anche la sua apparizione in campo a sorpresa, alla prima giornata di campionato, per onorare la promessa fatta ai propri calciatori mentre li seguiva a distanza negli allenamenti, intendendo rivolgere un messaggio particolarmente importante.. “Mi ricordo che faceva caldo e mi girava la testa.. Però io sono un testardo e penso che quando uno vuole una cosa, con tutto sè stesso, non esistono cose impossibili. Si può fare tutto. E io lo volevo con tutto me stesso, perchè lo avevo promesso e non potevo mancare.. (..) Io non mi vergogno del mio stato, perchè fa parte della vita. E penso di essere un uomo normale, con difetti e pregi.. l’ho affrontata come la affronto io. Volevo mandare il messaggio che non tutti la devono affrontare come la affronto io, ma l’importante è non perdere mai la voglia di vivere e di combattere. Mi sono arrivati diversi messaggi da gente che sta nella stessa condizione mia e che ha ricevuto forza e speranza, a cui ho fatto capire che non si deve mai mollare e continuare a dare il massimo. Poi, se le cose vanno bene si può guarire.. se non vanno bene, pazienza.. però non si devono avere rimpianti e dare sempre il massimo. Serviva a me per tenermi vivo, ma può servire anche agli altri per dire.. “Se lo ha fatto lui, ce la posso fare anch’io” (..) In questi momenti capisci che noi facciamo un lavoro che, quando tutto va bene, c’hai mille amici e gente che ti vuole stare vicino.. quando le cose purtroppo non girano bene, capisci che le uniche persone che ti stanno vicino e ti vogliono bene veramente sono la famiglia e, forse, qualche amico.. e ne capisci il vero valore. A parte tutto l’affetto che ho avuto dal mondo del calcio e da gente normale, ma sicuramente è la famiglia che mi ha dato più forza. Mia moglie è stata tutti i giorni con me in ospedale e dormiva su una sedia. E’ sicuramente stata una grande dimostrazione d’amore. E anche i miei figli venivano ed andavano. Impari a goderti le cose, di cui quando eri sano neanche ti accorgevi. A me mancava la boccata d’aria, che è una cosa normale. E quando sono uscito ed ho potuto fare due o tre boccate d’ossigeno è stata la cosa più bella del mondo! E’ una cosa normale, ma passando quattro mesi in ospedale diventa un lusso. E tutte le altre cose, anche piccole che fai tutti i giorni, che sono quelle che ti fanno felice. E spero che questa percezione mi duri. (..) E andando avanti con l’età ho migliorato.. di solito si dice di contare da 1 a 10, da giocatore non contavo proprio.. questa è una malattia che ti insegna ad aver pazienza, perchè ragioni giorno per giorno (..) Non si possono fare programmi. Sicuramente la mentalità da sportivo abituato agli allenamenti aiuta, però il merito tutto è dei dottori. (..) Per adesso, io sto vincendo. Per adesso tutto va bene. Oggi siamo a 77-78 giorni dal trapianto e diciamo che i primi 100 giorni sono quelli più critici e poi dopo va tutto in discesa. Bisogna avere pazienza ancora un altro po’ di giorni. Superare questi cento giorni sarebbe già un bel traguardo. Sono molto contento di come stanno andando le cose e di come reagisco alle cure”.

Il primo momento di vera commozione fino alle lacrime ha, però, colto l’allenatore nel ricordare il padre scomparso già quasi da 10 anni ed il conseguente rimpianto di non aver fatto in tempo a dargli l’ultimo saluto quando ancora lui era in vita.. “Purtroppo lo capisci quando non ci sono più”.. che gli ha permesso di raccontare anche della vita con i genitori e della povertà e della guerra, vissute nel suo passato.. “Se hai la forza di reagire, andando avanti con la vita capisci quali sono le cose vere nella vita e che qualsiasi cosa ti succede non può essere peggio di quello che ti è già successo. E allora vai avanti e non ti dai per vinto, perchè se hai superato quella roba là, superi tutto. Non auguro a nessuno di passare quello che è successo a me, però è la vita. Nel mio paese devi essere forte, non per scelta ma per obbligo, sennò non sopravvivi. Invece, ad uno che non è abituato poi casca il mondo addosso. Casca anche a me, come è successo con questa malattia.. ma poi io riparto e so che la supero. E’ molto importante essere convinto dal punto di vista mentale e della testa”.. ma anche di fare il parallelo con i suoi figli.. “E’ quando vedi i figli quanto sono grandi, che capisci quanto sei vecchio. Sono 5 e non è facile. Cerco di dare loro un certo tipo di regole, adesso che sono più grandi li consiglio. Il vero merito va a mia moglie per come sono cresciuti, visto che io ero poco a casa.. e sono tutti e 5 dei bravi ragazzi. Sono ragazzi che hanno rispetto per gli altri e per loro stessi, studiano tutti.. (..) Io ero quello che stava male, ma dovevo anche essere quello che dava forza a loro. Io cercavo sempre di essere positivo e sorridente, facendo finta che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Non sempre ero in grado di poterlo fare al massimo, un po’ come con i miei giocatori. (..) E noi abbiamo fatto i genitori, perchè non è facile farli crescere. Gli siamo stati addosso. Le mie figlie non mi hanno fatto mai conoscere i loro fidanzati ed un po’ sono geloso. Viktorija me ne ha fatto conoscere uno solo e non mi piaceva granchè, Virginia sta con un bravissimo ragazzo che fa il calciatore. E’ un ragazzo di una volta e a cui voglio molto bene. Quindi non sono geloso, perchè so che la ama e tutto. E spero che anche mia figlia più grande trovi un ragazzo così. Per ogni padre, comunque, c’è sempre un po’ di gelosia e protezione per le figlie femmine. Per un padre sono un po’ il punto debole e loro lo sanno. Ma abbiamo cresciuto due bravissime ragazze e questo mi fa piacere (..) I miei genitori non erano molto affettuosi. Perciò io con i miei figli ho sempre cercato di essere più affettuoso possibile e dargli quello che io non ho avuto. Non volevo che succedesse anche a loro”.

Tanti sono i campioni, colleghi, artisti ed amici che hanno voluto inviare all’intervistato il loro saluto.. da Walter Zenga a Francesco Totti e Zlatan Ibrahimovic, ma anche Roberto Mancini o Cesare Cremonini, tifoso bolognese.. facendo uscire un’altra lacrimuccia allo sportivo.. “Devo dire che durante questa malattia io ho ricevuto tantissimi messaggi d’affetto, gli striscioni negli stadi, da gente normale e da gente famosa. Prima ero uno che divideva, con questa malattia ho riunito tutti e questa è una cosa bella. Tutte queste dimostrazioni d’affetto da parte della gente mi hanno dato una forza enorme, di non mollare e tenere duro.. perchè non potevo deludere nessuno di loro e la mia famiglia, ma anche me stesso. I bolognesi mi hanno adottato quasi come un fratello o un figlio.. e sono cose che io non potrò mai dimenticare, quello che hanno fatto per me perchè non è una cosa scontata. Anche quando giocavo, però, io mi preoccupavo più del Mihajlovic uomo che del giocatore o dell’allenatore. Perchè questi ultimi possono piacere ad uno e non piacere all’altro, ma Mihajlovic uomo dovrebbe e deve piacere a tutti. E questa è la cosa che mi riempie d’orgoglio. Se quando smetti di giocare o di allenare non sei un uomo, rimani da solo. Invece io sono sicuro che non rimarrò mai da solo. Anche quando un giorno smetterò, avrò sempre degli amici che mi vogliono bene ed a cui voglio bene. Magari anche per colpa mia certe volte ho dato un’immagine sbagliata, io sono fatto così e non sono uno che scende a compromessi: se ho qualcosa da dire, la dico. E’ un mio difetto ed un mio pregio, però dopo quando la gente ti conosce apprezza anche quello. Non è sempre facile essere sè stesso. Non mi sono mai pentito anche quando ho sbagliato e mi sono sempre preso le mie responsabilità”.

Negli ultimi minuti della chiacchierata si è aggiunta, in braccio a Mihajlovic, la moglie.. Arianna.. che lui ha definito “l’unica che ha più pa**e di me”, la vera colonna portante ed incrollabile della sua vita.. “Venticinque anni insieme con questa donna, io che pensavo di non sposarmi mai.. invece la prima cosa che ho pensato quando l’ho vista è quanto sarebbero stati belli i nostri figli. L’avrei sposata subito, poi lo abbiamo fatto dopo un anno ed abbiamo fatto cinque figli. Con lei ancora devo migliorare. E’ stata sempre con me ed era sempre positiva”.. con l’augurio espresso dalla presentatrice, e stavolta ospite, di rivedere la coppia in studio con i figli a guarigione da festeggiare..

 

"VERISSIMO" - Il racconto di Sinisa Mihajlovic, raggiunto dalla moglie Arianna..